C'è da sapere

La Gazzetta del Mezzogiorno di Mimmo Mazza

BARI – Da oggi, firma come direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, il più antico quotidiano di riferimento di Puglia e Basilicata, il giornalista tarantino Mimmo Mazza, classe 1971; il secondo giornalista tarantino a dirigere il quotidiano nato a Bari nel 1887 come Corriere delle Puglie dopo la meteorica direzione, nel luglio del 1943, di Pietro Pupino Carbonelli.

Il direttore Mimmo Mazza con il nostro editorialista Giuseppe Mazzarino, fiduciario Figec Cisal della Puglia e componente del Cdr della Gazzetta del Mezzogiorno dal 1989 al 2012

Succede ed Oscar Iarussi, che ha preparato il ritorno alle stampe nelle convulse giornate che seguirono l’aggiudicazione del giornale agli attuali editori e che ha diretto il giornale dal 19 febbraio 2022, data del ritorno in edicola, a ieri.
Mimmo ha svolto tutta la sua carriera nella Gazzetta, da corrispondente da San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto, il più grande comune arbëreshe d’Italia, quindi conoscitore anche delle tematiche delle minoranze linguistiche, a collaboratore nella redazione di Taranto, dove si è occupato di sport; poi praticante e professionista nella redazione tarantina, dove si è fatto le ossa con la giudiziaria ed è diventato prima il vice poi il capo servizio.
Nel frattempo iniziava anche una conoscenza profonda della multiforme realtà del giornale, come componente pubblicista del Comitato di Redazione, e poi come fiduciario professionista delle redazioni decentrate. Da componente del CdR ha affrontato il periodo nerissimo di chiusura del giornale, la delicata questione della ripartizione fra i giornalisti creditori dell’Edisud degli scarsi fondi disponibili, l’inerzia degli amministratori giudiziari nominati dopo il fallimento chiesto da Ciancio, che degli editori di giornali era stato addirittura il presidente, e infine dopo l’aggiudicazione della testata il febbrile lavoro, al fianco del direttore nominato Iarussi, per garantire il difficile ritorno in edicola; un lavoro svolto come redattore capo centrale con funzioni vicarie, poi, dall’estate dello scorso anno, come vicedirettore
.
E adesso la scommessa più grande: la direzione di un giornale che, per quanto fortemente ridimensionato tanto nelle copie vendute quanto nel numero dei giornalisti (redattori full time e part time, corrispondenti, collaboratori contrattualizzati o no), resta, come si diceva negli del massimo sviluppo “un ministero”: per numeri, per importanza, ma anche per incrostazioni ed impacci, burocratici e consuetudinari e per difficoltà di “governo”.
Mimmo Mazza raccoglie l’eredità dei direttori-fondatori Cassano e Gorjux (Corriere delle Puglie e Gazzetta di Puglia, poi fusi nella Gazzetta del Mezzogiorno) e di grandi direttori come Oronzo Valentini, che portò la Gazzetta al massimo fulgore ed al massimo peso politico, o di Lino Patruno, al quale chiesero di correre in Formula 1 con una Cinquecento, lesinandogli pure la benzina, ma che pure operò miracoli con le scarsissime risorse a disposizione, o di Giuseppe de Tomaso, al quale l’editore non consegnò neanche l’utilitaria ma una diligenza, tagliando persino le scarse razioni di fieno; ma anche, purtroppo per la Gazzetta, per i suoi giornalisti e per le comunità di Puglia e Basilicata, di loschi figuri che non poca parte ebbero, insieme con maneggioni dello staff editoriale, nella crisi del giornale.

La redazione della Gazzetta del Mezzogiorno

Il nuovo direttore della Gazzetta del Mezzogiorno si cimenta in un compito difficile ma essenziale: dare voce alle esigenze ed alle istanze di una ampia porzione dl Sud; accendere riflettori per far conoscere fuori dei confini regionali ciò che in quella parte del Sud avviene, nel bene e nel male.
Buon lavoro Mimmo, e in bocca al lupo!
 Insieme con la comunità della Gazzetta (tutti i giornalisti, contrattualizzati e no, ma anche, come giustamente tu ricordi, i fotografi, anche quelli non giornalisti, i poligrafici, gli amministrativi, gli agenti pubblicitari) sai di poter contare anche sui “vecchi”, sempre pronti, senza sovrapposizione di ruoli e senza “rubare” spazi e retribuzioni ai collaboratori o ai precari, a dare una mano. Così come sempre pronta a favorire la vita di un giornale sarà una forza sindacale che nasce per essere “per”, e non “contro”, come la Figec Cisal.
Perché, come abbiamo sostenuto, e gridato, anche nei tempi bui, quando pochi ci ascoltavano (e anzi molti gufavano…), “la Gazzetta deve vivere”. E vivrà. (giornalistitalia.it)

Giuseppe Mazzarino


IL SALUTO E I RINGRAZIAMENTI DEGLI EDITORI EDIME SRL

Il 19 febbraio 2022, dopo sette mesi di silenzio, la voce della Gazzetta si è riaccesa con la guida autorevole del direttore Oscar Iarussi, da anni punto di riferimento di uno dei quotidiani più importanti del Mezzogiorno.

Oscar Iarussi

Grazie al suo prezioso contributo e alla sua sensibilità culturale abbiamo riportato in edicola con rapidità il giornale, ridando il lavoro e un orizzonte professionale a una squadra profondamente ferita dalle varie vicissitudini societarie.
Gli Editori e il Consiglio di Amministrazione ringraziano Oscar Iarussi per la passione, l’impegno e la grande professionalità che hanno caratterizzato il suo mandato e augurano al nuovo direttore Mimmo Mazza, da sempre pilastro del giornale, di affrontare con lo stesso spirito l’importante sfida che lo attende perché il cambiamento non è mai cosa semplice, sia pure nel solco della continuità avendo Iarussi e Mazza lavorato fianco al fianco dalla ripresa delle pubblicazioni a oggi.

GLI AUGURI DEL CDR DELLA GAZZETTA

Il comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno ringrazia e saluta con affetto il direttore Iarussi per il lavoro svolto riportando in edicola la Gazzetta dopo l’interruzione delle pubblicazioni e per aver profuso il massimo sforzo per il consolidamento del nostro quotidiano. A Mimmo Mazza augura in bocca al lupo per il prestigioso incarico.

Giuseppe Mazzarino

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