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Il Gip di Catania: nessun abuso d’ufficio del Cdt Sicilia

PALERMO – «La decisione di aprire un procedimento disciplinare a carico del giornalista Concetto Mannisi, adottata da tre componenti del Consiglio di disciplina dell’Ordine di Sicilia della scorsa consiliatura, non ha configurato alcun abuso essendo stata “pienamente conforme al dettato legislativo e immune da qualsivoglia censura, specie sotto il profilo penale”». Lo rendono noto i consiglieri nazionali siciliani della Figec Cisal in riferimento all’ordinanza con cui «il gip di Catania Pietro Currò ha archiviato, su conforme richiesta del pm, l’esposto presentato nel giugno 2021 dal giornalista che ha accusato l’ex presidente del Cdt Gianfranco D’Anna e i componenti Giovanna Beccalli e Katia Mammana di avere abusato del proprio ufficio individuando profili disciplinari nella condotta del collega, considerata viziata da incompatibilità per avere svolto contemporaneamente il ruolo professionale di vice caporedattore della cronaca de La Sicilia e curatore della comunicazione della Sicula Trasporti di Catania (una delle più grandi aziende siciliane di trattamento e trasporto dei rifiuti, i cui titolari, a giugno del 2020, erano stati arrestati nell’ambito di un’inchiesta antimafia)».

Concetto Mannisi

All’epoca Concetto Mannisi rivestiva anche l’incarico di segretario dell’Ordine dei Giornalisti e per questa ragione, dopo avere sollevato il caso, i tre componenti del Cdt hanno deciso di astenersi, trasmettendo gli atti al Consiglio di Disciplina Nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Una decisione, questa, contestata da Mannisi, secondo cui i tre, dopo l’astensione, avrebbero dovuto astenersi anche dall’invio degli atti. Azione che il gip ha invece ritenuto doverosa … «a meno di configurare – scrive il giudice – in casi siffatti una inammissibile immunità disciplinare dell’appartenente all’Ordine». Ma anche «opportuna», in quanto «ravvisata l’incompatibilità tra i diversi incarichi assunti da Mannisi suscettibile di dare luogo ad un addebito disciplinare” il collegio ha “demandato ad un soggetto terzo ed imparziale ogni relativa determinazione e decisione in merito, eliminando così in radice anche un’eventuale ricusazione».
«Si chiude, così, una vicenda – sottolineano i consiglieri nazionali siciliani della Figec Cisal – che aveva provocato numerose tensioni all’interno dell’Ordine siciliano al punto da indurre l’ex segretario a non ricandidarsi alla successiva tornata elettorale, circostanza della quale ha ritenuto responsabili sempre i tre componenti del Cdt, accusandoli di “violenza privata”». Ma anche in questo caso il gip, sempre su richiesta conforme del pubblico ministero, ha ritenuto insussistente l’accusa: «La decisione presa da Mannisi di non ricandidarsi ad alcun ruolo all’interno dell’Ordine dei giornalisti e di rifiutare qualsiasi incarico sia prima che dopo l’esercizio dell’azione disciplinare – scrive ancora il giudice – lungi dal costituire l’effetto di una lesione della sua libertà di autodeterminazione causalmente riconducibile ad un comportamento violento e intimidatorio dei componenti del collegio, risulta, all’evidenza, frutto di una sua libera e volontaria scelta, non conseguente ad alcuna forma di coartazione, esplicita o implicita, dal medesimo subita né in alcun modo causalmente addebitabile ai componenti del Consiglio di disciplina».
«Mannisi – ricordano i consiglieri nazionali siciliani della Figec Cisal – si era opposto alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura, chiedendo nuove indagini, ma il Gip ha respinto l’istanza confermando che la decisione di demandare al Consiglio nazionale di disciplina ogni decisione – il procedimento è stato poi assegnato al Consiglio di disciplina dell’Ordine della Calabria e ad oggi ancora non si conoscono le sue determinazioni sul caso – fu pienamente corretto».
«L’archiviazione del procedimento nei confronti di Gianfranco D’Anna, Giovanna Beccalli e Katia Mammana – affermano i consiglieri nazionali siciliani della Figec Cisal – conferma il corretto operato del Cdt Sicilia, organismo a tutela dell’intera categoria dei giornalisti e rimarca che nessuno può sottrarsi all’azione disciplinare, a maggior ragione se ricopre una carica istituzionale». (giornalistitalia.it)

 

redazione

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