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Gianni Letta aderisce alla Figec Cisal

“Pluralismo è libertà e democrazia”. Giornalista protagonista della storia del nostro Paese

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Carlo Parisi e Gianni Letta

ROMA – «Direttore, saremmo felici e onorati di poter annoverare nella Figec un numero uno come lei». Quando, il 21 settembre dello  scorso anno, sull’Isola di Mozia, il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, gli pose la domanda dopo aver illustrato l’idea e il programma del nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione, Gianni Letta non ebbe esitazione alcuna: «Certo che aderisco e lo faccio con grande piacere. Il pluralismo è libertà e democrazia. Troveremo presto l’occasione».

Gianni Letta sottoscrive il modulo di adesione alla Figec Cisal

E l’occasione è arrivata quest’anno con l’adesione di uno dei giornalisti più seri, più amati, più ammirati e più inseguiti della storia del giornalismo italiano, ma soprattutto uno dei personaggi più importanti e influenti del nostro Paese. Non a caso, il 6 maggio scorso, Giornalisti Italia ha consegnato il Premio alla Carriera «Al suo modo di fare giornalismo, alla sua classe, alla sua signorilità, allo stile impeccabile e severo che segnò la sua stagione storica alla direzione del quotidiano Il Tempo di Roma, al suo talento e alla capacità di mediazione e di riconciliazione che hanno fatto di lui uno dei Grand Commis più autorevoli e più ammirati della Storia della Repubblica. Alla sua eterna disponibilità verso tutti e alla modestia disarmante del suo essere in mezzo agli altri. Ancora di più, al suo orgoglio identitario, al suo alto Senso dello Stato, e al suo straordinario carisma professionale».
Gianni Letta ha ricevuto la tessera della Figec Cisal dalle mani del segretario generale Carlo Parisi, alla presenza del fiduciario di Roma e del Lazio, Pierluigi Roesler Franz. È bastato, dunque, che Carlo Parisi spiegasse a Gianni Letta gli obiettivi e la mission della Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione per ricevere dal grande protagonista della storia del nostro Paese segnali di stima e di vicinanza per lo spirito con cui è nata la Figec. «Un sindacato “per” e non “contro” – ha ricordato Carlo Parisi – finalmente libero e autonomo perché non condizionato da niente e da nessuno se non dai propri iscritti, che sono giornalisti e operatori dell’informazione e della comunicazione, protagonisti diretti e indiretti del mondo del giornalismo, dell’arte e della cultura».
Carlo Parisi, dopo aver assistito alla compilazione della scheda di adesione, ha consegnato a Gianni Letta la tessera di iscrizione alla Figec Cisal e lo ha ringraziato a nome della Giunta esecutiva del sindacato e del Consiglio nazionale, presieduto da Lorenzo Del Boca, per aver rimarcato e condiviso, nel corso di diversi incontri e colloqui, lo spirito di libertà che la stampa deve avere, soprattutto in una fase storica e politica delicata come quella che stiamo vivendo e di grande precarietà e crisi per il mondo della comunicazione tutta.

Pierluigi Roesler Franz, Gianni Letta e Carlo Parisi in occasione della consegna del Premio Giornalisti Italia alla Carriera il 6 maggio scorso a Roma

Del resto, temi questi cari e non da ora alla storia personale e pubblica di Gianni Letta, arrivato alla politica dal mondo del giornalismo e rimasto, comunque, sempre fortissimamente legato al suo mondo di appartenenza anche dopo essere stato per anni un uomo dello Stato al servizio del Paese.
Carlo Parisi ha approfittato di «questa occasione che definirei storica – ha sottolineato il segretario generale della Figec Cisal – per rimarcare il valore altissimo di un personaggio come Gianni Letta che, già da direttore de Il Tempo, aveva dimostrato con forza il senso della libertà sua e dei suoi redattori rispetto alla politica militante».

Carlo Parisi e Gianni Letta

«Da lei direttore – ha aggiunto Carlo Parisi – abbiamo solo ricevuto grandi lezioni di democrazia e di alto senso dello Stato, e l’idea di poterle consegnare la tessera della Figec mi riempie di gioia e di orgoglio perché dimostra che la nostra battaglia, che è una battaglia di grande civiltà e di indipendenza dopo 114 anni di sindacato unico, non è caduta nel vuoto».
Nelle foto sono condensati i momenti cruciali di questo incontro tra Carlo Parisi, Pierluigi Roesler Franz e Gianni Letta, in cui si è parlato della crisi pesante dei giornali della carta stampata, del rischio di una informazione paludata all’interno della Rai e dei grandi network televisivi, dei giornalisti precari e freelance che vanno difesi oltre ogni ragionevole dubbio, di certi editori che sono devastanti per la vita di chi spesso lavora per loro, delle condizioni di rischio a cui vengono esposti alcuni inviati speciali che spesso vengono spediti nelle zone più calde del mondo, della necessità soprattutto di una nuova formazione professionale che sia adeguata ai tempi che viviamo e ai linguaggi mutati della rete. E, ovviamente, della trasformazione dell’informazione in un’epoca dominata dalla dittatura dell’algoritmo e dagli effetti, in alcuni settori devastanti, dell’intelligenza artificiale.

Carlo Parisi, Gianni Letta e Pino Nano

Poi, quando Carlo Parisi ha ricordato il suo maestro Antonio La Tella, scomparso nel 2012 alla soglia dei novant’anni, che tra le sue ultime volontà aveva espresso quella di comunicare la notizia per primo al suo «amico di sempre Gianni Letta», il grande Direttore ha chiuso gli occhi per alcuni istanti, ascoltando in silenzio, ha fatto volare la sua mente ai favolosi anni del Tempo di cui La Tella è stato brillante capo della redazione di Reggio Calabria.
«Ho avuto il privilegio – ha evidenziato Parisi – di essere tra i pochissimi amici di Antonio La Tella che, negli ultimi anni della sua vita, accettava di vedere. Quasi ogni mattina facevamo colazione al “Caffè del tempo” e quel tempo trascorso ad ascoltarlo è stato uno straordinario corso di giornalismo e di storia. Totò è stato il primo addetto stampa del Governo Alleato, istituito alla Prefettura di Reggio Calabria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e il primo presidente dell’Associazione Provinciale della Stampa negli anni in cui il giornalismo assumeva funzioni di rappresentanza della categoria a tutela della professione, ancora non regolamentata dalla legge e costretta perciò ad operare in un clima di incertezza e fuori da qualsiasi garanzia.

Gianni Letta con Giulio Andreotti

In oltre 60 anni di giornalismo vero, animato dal carattere non facile che ha accompagnato la sua vita di “bastian contrario”, ha rappresentato la memoria storica di un mestiere e di un Paese in cui c’è ancora chi lotta per raccontare la verità. Se fino alla soglia degli 85 anni non sapeva usare un cellulare e si ostinava a scrivere con la sua cara “Olivetti”, nell’ultimo lustro Totò La Tella era diventato un mago della telefonia mobile e di Internet. Un fenomeno, come lo è stato nel giornalismo, maestro di intere generazioni di giornalisti».
«Dove è riuscito a riportare la mia mente!», ha esclamato Gianni Letta al termine del racconto di Carlo Parisi: «Totò è stato davvero un grande giornalista e un grande amico».

Carlo Parisi con Gianni Letta al Premio Agnes

«Ho voluto ricordare a Gianni Letta l’indimenticabile Totò La Tella – spiega Carlo Parisi – per sottolineare quanto fondamentale sia il valore della memoria storica e dei maestri che, a dispetto di ogni luogo comune, riescono ad essere più vivi e originali di tanti giovani soltanto per l’anagrafe. Gianni Letta ne è l’esempio. Non è soltanto un monumento del giornalismo e della storia del nostro Paese, ma un’intelligenza fresca e preziosa con una consapevolezza assoluta del momento storico che viviamo e con una conoscenza maniacale informata e dettagliatissima del mondo della comunicazione contemporanea. Un grande maestro, della professione, della democrazia, del dialogo e una guida insostituibile che, da oggi, la Figec ha il privilegio e il grande onore di annoverare». (giornalistitalia.it)

Pino Nano

CHI È GIANNI LETTA

Gianni Letta

Nato ad Avezzano (L’Aquila) il 15 aprile 1935, laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, dopo aver esercitato per alcuni anni la professione forense, nello studio legale del padre, passò al giornalismo militante, una professione nella quale aveva mosso i primi passi già negli anni del Liceo e dell’Università come Corrispondente di Provincia, da Avezzano prima e da L’Aquila poi, dove fu Corrispondente di alcuni quotidiani nazionali, della Rai e dell’Ansa.
Nel 1958 si trasferì a Roma come Redattore del quotidiano Il Tempo diventando giornalista professionista, iscritto all’Ordine del Lazio, dal 1° marzo 1961. Dopo aver fatto esperienza in tutti i Servizi ed in particolare al Servizio Esteri, ha assunto la responsabilità della Redazione Province e della Segreteria di Redazione quale Redattore Capo.
Nel 1971 fu chiamato dalla fiducia di Renato Angiolillo alla Direzione Amministrativa de Il Tempo e successivamente, cooptato nel Consiglio di Amministrazione, assunse la responsabilità di Amministratore Delegato della S.E.R. Società Editoriale Romana e della TI.CO. Tipografica Colonna, rispettivamente editrice e stampatrice del quotidiano romano.

Gianni Letta, giovane direttore del quotidiano Il Tempo, con Ciriaco De Mita

Il 16 agosto 1973, alla morte del Senatore Angiolillo, assunse anche la Direzione de Il Tempo che ha tenuto per quasi 15 anni, fino alla fine del 1987.
Dal 1973 al 1987 è stato così Amministratore e Direttore del giornale romano che ha poi lasciato per assumere responsabilità manageriali e giornalistiche nel Gruppo Fininvest e nel Consiglio di Amministrazione della Mondadori.
Come Vicepresidente di Fininvest Comunicazioni ha rappresentato il Gruppo a Roma, con la responsabilità e la direzione dell’ufficio romano.
Come Direttore Editoriale del Gruppo Fininvest – Mediaset, ha curato il coordinamento delle attività del Gruppo nell’informazione. Ha curato e condotto rubriche tv, in particolare su Canale 5, “Italia Domanda”: un programma settimanale di dibattito politico-culturale sui problemi dell’attualità interna e internazionale.
È stato per molti anni Capo dell’Ufficio Stampa della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e successivamente Capo dell’Ufficio Studi e Documentazione dell’Ente Palazzo della Civiltà del Lavoro per conto del quale ha curato una serie di volumi su problemi di carattere economico sociale.

Gianni Letta con Silvio Berlusconi: è stato sottosegretario all Presidenza del Consiglio dei Ministri durante i quattro Governi del Cavaliere

È stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri durante il primo Governo Berlusconi (1994/1995); durante il secondo Governo Berlusconi (2001/2005); nel terzo Governo Berlusconi (2005/2006) e nel quarto Governo Berlusconi (2008 – 2011). Nel 2011 ha espresso l’intenzione di lasciare la politica, dichiarando: «ho fatto il mio percorso, in tutti questi anni ho servito il Paese, ora tocca ai giovani, con questa esperienza ho concluso».

Gianni Letta

Il 16 novembre 2011 al termine del giuramento del Governo Monti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli ha rivolto uno speciale ringraziamento per la continua e scrupolosa collaborazione istituzionale, per la sensibilità, la competenza e lo spirito di servizio.

Gianni Letta

Attualmente è presidente dell’Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi (Isle), presidente dell’Associazione Civita, vice presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, vice presidente della Società Dante Alighieri, presidente della Fondazione per la Pontificia Università Lateranense, consigliere di amministrazione della Fondazione Policlinico Gemelli, consigliere del Comitato di Indirizzo dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori, consigliere Advisory Board dell’Università Campus Biomedico di Roma, consigliere di amministrazione della Fondazione Giovanni Agnelli, consigliere di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, consigliere Advisory Board di Spencer Stuart (società di executive search), consigliere del Comitato di Presidenza di Italiadecide, presidente onorario della Fondazione Italiacamp.

Gianni Letta ricevuto da Sergio Mattarella il 15 aprile scorso al Quirinale per festeggiare i 90 anni di un grande giornalista protagonista della storia del nostro Paese

Ed ancora: consigliere del Comitato d’Onore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, membro del Cda della Fondazione Sordi per i Giovani, presidente onorario della Fondazione Franco Zeffirelli di Firenze, presidente della Fondazione Flavio Vespasiano di Rieti, presidente dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, presidente del Premio Le Maschere del Teatro, presidente del Premio Biagio Agnes, presidente del Comitato Scientifico e della Giuria del Premio Mozia. (giornalistitalia.it)

 

 

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