ROMA – La nota giornalista del Tg3 Anna Maria Pinnizzotto, 81 anni, da tempo in pensione, è stata demansionata dalla Rai che, nel 1999, la sostituì illegittimamente nella conduzione delle due edizioni serali del Tg3 con decurtazione della retribuzione.
L’ente radiotelevisivo è stato, quindi, condannato a risarcirla in modo adeguato per l’avvenuta dequalificazione che si era risolta in una lesione della dignità e dell’immagine professionale della lavoratrice, essendo venuto meno l’incarico di conduttrice di un telegiornale in una determinata e importante fascia oraria.
A queste conclusioni è giunta la sezione Lavoro della Cassazione con l’ordinanza n. 36358 del 29 dicembre 2023 (presidente Adriana Doronzo, relatore Guglielmo Cinque), dopo ben cinque gradi di giudizio (Tribunale di Roma, Corte d’Appello, Cassazione, di nuovo Corte d’Appello e infine di nuovo Cassazione). Ed è, comunque, una vicenda emblematica della cronica lentezza della nostra magistratura, essendo inammissibile una durata così lunga di una causa di lavoro, che pone il nostro Paese tra i più arretrati del mondo, tenendo anche conto che la legge istitutiva del 1973 prevedeva proprio delle corsie preferenziali nei tribunali al fine di concludere in tempi rapidi una vertenza di lavoro. (giornalistitalia.it)
Pierluigi Roesler Franz
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L’Ordinanza della Cassazione n. 36358 del 29 dicembre 2023
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