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È il lavoro nero il nemico della libertà di stampa

Oscar Buonamano, Lorenzo Del Boca e Carlo Parisi all’Aquila con l’Odg Abruzzo

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Oscar Buonamano, Lorenzo Del Boca e Carlo Parisi all’Aquila

L’AQUILA – «Il lavoro nero è nemico dell’informazione e solo con un’informazione di qualità è possibile assicurare i valori della vera democrazia». Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, lo ha ribadito all’Aquila in occasione del corso di formazione organizzato dall’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo sul tema “Libertà di stampa è libertà dal bisogno. No al lavoro nero, sì all’informazione di qualità”.

Il corso di formazione dell’Odg all’Aquila

L’evento, riservato a 25 corsisti, ha avuto luogo nella Sala Benedetto XVI dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” con il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e della Figec Cisal, Oscar Buonamano, a fare gli onori di casa e portare il saluto del presidente regionale Stefano Pallotta che, all’ultimo momento, per motivi di salute, ha dovuto rinunciare a partecipare.
«La professione giornalistica – ha ricordato Parisi – non è un hobby ed in quanto tale non ammette compensi da fame o, nel peggiore dei casi, alcuna retribuzione. La parola d’ordine è non lavorate gratis, perché chi lo fa crea un danno, oltre che a se stesso, all’intera categoria contribuendo ad abbassare i già miseri livelli di mercato.

Carlo Parisi, segretario generale Figec Cisal

Attenzione: c’è persino chi, tra i collaboratori animati dalla speranza di iscriversi all’Ordine, arriva a pagarsi, oltre al carburante, al panino, magari alla copia del giornale se “lavora” per il cartaceo, anche i contributi. Senza accorgersi che, così facendo, alimenta solo la grande “fabbrica di illusioni” che fa perno sulla tessera professionale».
«I giornalisti – ha evidenziato, dal canto suo il presidente della Figec Cisal, Lorenzo Del Boca, vivono un momento di crisi e la storia, di questi momenti, ne può allineare tanti da formare interi rosari. Ognuno, insieme alle difficoltà momentanee, ha portato progresso e sviluppo. Alla fine si è migliorato. Ma questa, per i giornalisti, sembra dilatarsi nel tempo senza indicare uno sbocco positivo».

Lorenzo Del Boca, presidente Figec Cisal

A giudizio di Del Boca «non è il caso di rincantucciarsi in un pessimismo esagerato, ma occorre rimboccarsi le maniche e riprendere in mano informazione e professionalità».
Quello di costruire un futuro più appropriato è stato, infatti, il tema conduttore dell’incontro condotto da Oscar Buonamano che «in una società sempre più complessa e difficile da decifrare e descrivere, con nuovi conflitti che mettono in discussione conquiste date già per acquisite in molti campi», ha sottolineato che «la responsabilità dei giornalisti e della stampa è crescente. In Italia c’è bisogno di più libertà di stampa e, soprattutto di un’informazione di qualità. Di tutelare la dignità umana e professionale del giornalista rispetto al lavoro sottopagato e al lavoro nero, di sostegno all’occupazione nella dilagante crisi dell’editoria e dell’informazione on line».

Il corso di formazione dell’Odg Abruzzo

«C’è bisogno – ha spiegato il presidente della Figec Cisal – di un sistema di regole nuovo e capace di includere. Di spiegare e far rispettare e le regole deontologiche. Di un cambio di paradigma che introduca nuove relazioni contrattuali tra editori e giornalisti. I giornalisti – ognuno per sé – non ce la possono fare. Occorre fare squadra in modo che – davvero – l’unione faccia la forza. Il mondo dell’informazione deve assicurare professionalità più scrupolose in modo che ogni intervento di giornalista rappresenti un valore aggiunto. E, dall’altra parte, serve che questa capacità di riferire (e interpretare) le cose del mondo sia adeguatamente retribuita».

Lorenzo Del Boca, Oscar Buonamano e Carlo Parisi al corso di formazione dell’Odg Abruzzo

Chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena difficilmente potrà presentarsi come professionista libero. Sarà preda di chi è in grado di invitarlo a pranzo. Per questo, la situazione che si è creata chiama in causa anche per gli editori. Se vogliono presentarsi con giornali, radio, televisioni o siti autorevoli non possono pensare che lo stipendio di chi li costruisce sia l’ultimo dei problemi. E persino quello al quale dedicare la voce più infinitesimale del bilancio. Certo, la soluzione non è dietro l’angolo (anche perché, per troppo tempo, si è trascurato dal metterci mano) ma invertire la rotta non è impossibile. Occorre mettersi in movimento e cominciare. (giornalistitalia.it)

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